Festeggiamo i 40 anni del circolo!

Il 18 ottobre 2022 il nostro circolo ha compiuto 40 anni! 

Per celebrare questo importante traguardo volevamo invitarvi al nostro tradizionale aperitivo di natale che sarà accompagnato da un momento di racconto e scambio per ricordare questi primi 40 anni di attività!
Sarà possibile ascoltare e vedere alcune testimonianze delle battaglie principali portate avanti nel nostro territorio, alcune delle quali ancora molto attuali!
L’appuntamento è per Domenica 11 dicembre, ore 18:00 presso la Sala Civica Barchessa , proprio accanto la nostra sede al Parco Bizzozero
Durante la serata verrà lanciata la nuova campagna di tesseramento 2023!
Unirsi a noi vuol dire aiutarci a portare avanti quello che abbiamo fatto in questi 40 anni di attività, dalla  lotta contro la crisi climatica, all’inquinamento, al consumo di suolo, sempre insieme alle persone che rappresentano il nostro cuore pulsante.
Abbiamo bisogno di coraggio e consapevolezza perché se lo facciamo insieme, possiamo cambiare in meglio il futuro delle giovani generazioni. 
Tutto può cambiare!
Sarà inoltre possibile acquistare il panettone Artigianale Fiasconaro tradizionale,  i panettoni di alta qualità prodotti in Sicilia, nel Parco delle Madonie, dai fratelli Fiasconaro, per finanziare la campagna Amore per il territorio  che  vuole essere un contributo alla salvaguardia dell’identità dei territori valorizzando le loro produzioni agroalimentari e le tradizioni gastronomiche che da esse derivano.
Quest’anno, aderendo alla nostra campagna ed ordinando i rinomati panettoni artigianali, ci aiuterai inoltre a raccogliere fondi per dare una mano concreta alla *Missione “Speranza e Carità” di Biagio Conte che, soprattutto a causa del raddoppio delle bollette di gas e luce, vede messo seriamente a rischio il sistema di assistenza ed accoglienza dei più fragili nelle sue strutture.

Il costo del panettone è di 12 euro al quale puoi liberamente aggiungere una quota da 2 a 4 euro da donare al nostro circolo per portare avanti le attività

Per maggiori informazioni o per prenotare uno o più panettoni scrivere a info@legambienteparma.it entro giorno 11 dicembre
Vi aspettiamo!!!

Puliamo Il Mondo 2022: un altro anno, il trentesimo, all’insegna della partecipazione!

Anche quest’anno si è svolto il tradizionale appuntamento con Puliamo Il Mondo, che da trent’anni ha come obiettivi principali riqualificare diverse aree del territorio urbano e creare una comunità sempre più unita e consapevole del rispetto verso il bene comune.

Il protagonista di questa nuova edizione è stato il Parco del Naviglio e le zone immediatamente adiacenti allo stesso!

Ad accompagnare l’associazione, molte altre realtà come le Guardie Ecologiche di Legambiente (GELA), I Monnezzari di Parma, Ecoboosters e numerosi volontari accorsi a dare una mano! E’ stata una mattinata di cittadinanza attiva all’insegna dell’amore per l’ambiente, scambio e crescita!

La mattinata si è svolta dalle 9:00 alle 12:00 e ha portato alla raccolta di un totale 230 Kg di rifiuti, principalmente concentrati a ridosso dei parcheggi intorno al parco, aree spesso isolate e lasciate dell’incuria. Molti dei materiali ritrovati stanno diventando sempre più preziosi e rari a causa dei recenti sviluppi dell’economia mondiale e la quantità raccolta fa capire come la strada da fare sia ancora tanta e occasioni come questa accendono una luce sulla volontà comunitaria di percorrerla!

In dettaglio sono stati raccolti:

  • 103,5 Kg di vetro
  • 71 Kg di indifferenziato
  • 14 Kg di plastica
  • 32 Kg di ingombranti
  • 9 Kg di metallo

Un grazie speciale alla mitica bilancia degli amici Monnezzari ed Ecoboosters, importantissimo valore aggiunto! 😀

Un grazie di cuore a tutt* coloro che si sono utit* a noi anche quest’anno!

Ci vediamo l’anno prossimo per festeggiare insieme anche il 31esimo compleanno del PIM

 

NO ALL’AEROPORTO CARGO DI PARMA: le associazioni Legambiente Parma, NocargoParma e WWF Parma lanciano una raccolta fondi per il ricorso al TAR

Comunicato stampa Parma, 18 settembre 2021

STOP ALL’ALLUNGAMENTO DELLA PISTA DELL’AREOPORTO GIUSEPPE VERDI 

LE ASSOCIAZIONI LEGAMBIENTE PARMA, NOCARGOPARMA E WWF PARMA LANCIANO UNA RACCOLTA FONDI PER IL RICORSO AL TAR CONTRO IL PARERE DI COMPATIBILITA’ AMBIENTALE DEL PROGETTO DI SVILUPPO AEROPORTUALE
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LE ASSOCIAZIONI LEGAMBIENTE NOCARGOPARMA E WWF RICORRONO AL TAR CONTRO IL PARERE DI COMPATIBILITA’ AMBIENTALE DEL MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA

Le associazioni Legambiente Parma, NoCargoParma e WWF Parma hanno presentato ricorso presso il TAR di Bologna contro il parere di compatibilità ambientale espresso dal Ministero per la Transizione Ecologica per il progetto di allungamento della pista dell’aeroporto Giuseppe Verdi.

Come già espresso in una lettera inviata al Ministro Costa e al suo successore Cingolani prima dell’approvazione ufficiale del parere, si ritiene che la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) presenti vizi procedurali e di merito e non dia adeguata risposta alle osservazioni a più riprese depositate dalle associazioni che evidenziavano carenze progettuali e impatti ambientali e sulla salute non valutati dai proponenti del progetto.

Lo stesso parere della Commissione Tecnica del Ministero riconosce l’esistenza di lacune e criticità nella valutazione degli impatti, come ad esempio gli effetti sulla salute legati all’inquinamento dell’aria, ma rimanda il loro approfondimento, attraverso studi e monitoraggi, ad una serie di prescrizioni che dovranno essere verificate in fase attuativa del progetto.

E’ convinzione delle associazioni che tali valutazioni andavano fatte prima e che le evidenti carenze dello studio di impatto, rimaste tali anche dopo le integrazioni del proponente, avrebbero dovuto portare ad un chiaro rigetto del progetto.

Particolarmente carenti, per non dire assenti, appaiono le considerazioni sull’incremento del rischio di incidente aereo per la popolazione e le infrastrutture. Con l’allungamento della pista la scuola primaria e la scuola secondaria di Baganzola verrebbero a ricadere in zona di tutela B del rischio aeroportuale, zona per la quale il Regolamento per la costruzione e l’esercizio degli aeroporti vieta l’insediamento di scuole, ospedali e centri ad elevato affollamento

Assetto che si avrebbe con l’allungamento in testata nord della pista con evidenziate le zone di tutela del rischio da incidente ai sensi del Regolamento ENAC per la costruzione e l’esercizio degli aeroporti. In rosa la Zona di massima tutela A; in azzurro la zona di Tutela B; in verde la Zona di Tutela C. In cerchiato rosso: S1 Scuola di Infanzia Agazzi; S2 Scuola primaria Campanini; S3 Scuola Secondaria Malpeli.

L’autostrada A1 ricadrebbe addirittura nella zona di tutela A a più alto rischio di incidentalità, mentre la TAV rientrerebbe in zona B: non si capisce come questo possa essere compatibile con la sicurezza delle due principali infrastrutture di collegamento del paese e ci si chiede se una tale zonizzazione non precluda di fatto eventuali progetti di ampliamento dell’autostrada.

L’allungamento comporta inoltre la chiusura di Viale delle Esposizioni e la realizzazione di una nuova infrastruttura stradale di accesso alle Fiere, a spese del Comune di Parma, che dovrebbe attraversare due volte A1 e TAV e passare a ridosso dell’abitato di Baganzola con ulteriori impatti per i residenti in termini di inquinamento e traffico, oltre che di sottrazione di suolo e aree verdi.

Altro tema critico è quello della sostenibilità del Piano Economico Finanziario e della valutazione costi benefici, sollevato anche da un’osservazione della Regione e degli stessi uffici tecnici del Comune di Parma alla quale, nel procedimento di VIA, non viene data risposta. Nel business plan non sono infatti contemplati gli ingenti costi legati alla risoluzione delle interferenze, come ad esempio l’interramento della linea ad alta tensione in testata della pista, così come quelli per le necessarie opere di mitigazione e compensazione richieste dalle prescrizioni. 

Il costo di 20 milioni di euro previsto dal Piano degli investimenti, di cui 12 finanziati dal Ministero delle Infrastrutture, rischia in realtà di rivelarsi ben maggiore e di essere ancora una volta accollato al pubblico, come già si prevede di fare per le nuove strade sostitutive di Viale delle Esposizioni.

Ci si domanda come l’amministrazione comunale di Parma, che ha la competenza di regolare le trasformazioni del territorio con l’obiettivo di tutelare il pubblico generale interesse, possa avvallare un’opera di dubbia sostenibilità economica e trasportistica che presenta pesanti impatti sul piano dell’ambiente, della salute, del traffico e della sicurezza dei cittadini, oltre che della spesa pubblica.

Incidente verificatosi il 5 agosto 2016 all’aeroporto Orio al Serio di Bergamo con Tanker chimico DHL finito in fuori pista sulla tangenziale.

Il Comune di Parma, se ci fosse un chiaro indirizzo politico in tal senso, avrebbe ancora in mano tutti gli strumenti per fermare quest’opera rischiosa ed impattante nella conferenza dei servizi per l’autorizzazione finale del progetto di allungamento della pista, che dovrà essere indetta dal Ministero per le Infrastrutture. Allo stato attuale siamo ancora, infatti, ad un semplice progetto di fattibilità.

Pur auspicando una presa di coscienza da parte dell’amministrazione comunale, Legambiente Parma, NoCargoParma, WWF Parma, dopo un’attenta e ponderata disamina della documentazione della VIA, hanno deciso di intraprendere comunque la strada del ricorso al tribunale amministrativo per chiedere l’annullamento del parere positivo di compatibilità ambientale. 

 

Conferenza stampa, con la partecipazione di Legambiente Parma, NoCargo Parma e Wwf Parma.

Al fine di lanciare una campagna di informazione e di sensibilizzazione e di avviare la raccolta fondi per sostenere le spese legali del ricorso, le associazioni parteciperanno alla manifestazione “Tutti in Piazza contro l’ampliamento dell’aeroporto” che si terrà in Piazza Garibaldi il giorno 5 giugno dalle ore 10.00

La cittadinanza tutta è invitata a partecipare.

Parma, 1 giugno 2021

Marta M. Mancuso, presidente Legambiente Parma

Andrea Torreggiani, presidente NoCargoParma

Rolando Cervi, presidente WWF Parma

Comunicato Stampa Potature al parco Ducale: il parco non è solo una vetrina inerte ma un sistema vivo

 

Parma, 15 maggio  2021 Comunicato stampa

Da lunedì 17 partiranno dei lavori di manutenzione straordinaria delle alberature del parco Ducale che anticipano quelle più invasive previste per il 24 maggio, quando il Giardino verrà chiuso proprio nel periodo di massima godibilità e fruibilità.

A solo pochi giorni dal trionfale annuncio del nuovo Piano del Verde comunale, che dovrebbe garantire una seria programmazione delle manutenzioni, la città si ritrova ad assistere all’ennesimo intervento insensato: un conto è la rimonda del secco e qualche potatura puntuale, un altro è compiere “potature diffuse e consistenti”, parole del comunicato stampa dell’Amministrazione.

Intervenire sulle piante in questa fase dell’anno è semplicemente sbagliato, ed in teoria vietato dallo stesso Regolamento del Verde del Comune di Parma (Art. 11 comma 2 e Art. 28 comma 10) dove si legge: ” le potature devono essere eseguite durante il periodo del riposo vegetativo o in piena estate, evitando sempre il periodo di emissione della vegetazione e il periodo di caduta delle foglie”.

 

Ricordiamo  che il parco non è semplicemente un sistema inerte dove sostare occasionalmente, ma si tratta di un sistema vivo che proprio in questo periodo ospita un’importante varietà di specie nidificanti: uccelli, insetti, pipistrelli, piccoli mammiferi. Dunque oltre ai risaputi rischi oggettivi di una potatura “a verde” di grandi alberature storiche, si rischiano conseguenze sull’equilibrio dell’intero ecosistema del Giardino Ducale.

La normativa sulle aree protette vieta, nel periodo tra marzo e agosto,  interventi di sfalcio e potatura. Per gli stessi motivi e in relazione alla loro vitale importanza nei contesti urbani, chiediamo vengano garantite agli hot spot di biodiversità della città le stesse attenzioni nella manutenzione e nella cura di tutto l’apparato vivente.

 

Le domande che ci poniamo sono: per quali motivi si effettuano potature radicali delle piante in un periodo così delicato del loro ciclo vitale? Quali urgenze e quali valutazioni tecniche spingono in questa direzione? Quali sono questi “motivi di sicurezza”? Quali alberi coinvolgerà l’intervento? Potremmo forse ritrovare i maestosi alberi centenari del Parco Ducale orrendamente capitozzati, come siamo ormai purtroppo abituati a vedere nella sciagurata “gestione” arborea della città? 

 

Crediamo sia estremamente necessaria una pianificazione più sensata della gestione del verde cittadino che tenga sicuramente conto della sicurezza delle persone, ma che riconosca, curi e rispetti anche il valore intrinseco di una dotazione arborea sana, funzionale e bella. 

Sarebbe inoltre auspicabile condividere in anticipo il calendario delle potature dei parchi storici cittadini con le essenze e le ragioni che richiedono potatura.

“Clima: il rischio idraulico nel parmense”, l’ultimo evento della campagna sui cambiamenti climatici in Emilia-Romagna

Mercoledì 5 maggio, ore 17:00

In diretta streaming sulle pagine Facebook e YouTube di Legambiente Emilia-Romagna

Si svolgerà l’evento Clima: il rischio idraulico nel parmense, l’ultimo appuntamento della campagna di sensibilizzazione promossa da Legambiente Emilia-Romagna “Il Clima ci riguarda”, pensata per accrescere la conoscenza dei rischi che il nostro territorio subisce con l’aggravarsi degli effetti dei cambiamenti climatici.

 

Dopo l’evento di lancio tenutosi lo scorso ottobre, cui è seguita la pubblicazione del dossier che vede i contributi di diversi esperti, la campagna si è sviluppata con alcuni approfondimenti territoriali che hanno riguardato la costa prima e la pianura modenese poi. Clicca sull’immagine qui a fianco per leggere il dossier

 

Questo ultimo appuntamento, invece, sarà l’occasione per fare un focus sul rischio idrogeologico nel territorio parmense.

Per partecipare è necessario iscriversi a questo link👉https://forms.gle/nFFpKXCD6aERv2TJA


Il pomeriggio vedrà la partecipazione di:

Paola Fagioli, Direttore di Legambiente Emilia-Romagna;

Andrea Colombo dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po;

Stefano Castagnetti, esperto di Protezione Civile;

Roberto Zanzucchi, tecnico esperto del reticolo idraulico parmense;

Marjorie Breyton, responsabile del progetto LIFE Derris (Unipol).

Modera l’incontro Alessandra Terzi del Circolo Legambiente Parma.

Saranno attribuiti 2 CFP a tutti gli architetti della Provincia di Parma che si iscrivono attraverso il portale iM@teria.

Per approfondimenti sulla campagna #ilclimaciriguarda segui il seguente link:

Comunicato stampa: La VIA all’aeroporto Verdi non è sviluppo sostenibile

Comunicato stampa 

Parma, 31 marzo 2021

La VIA all’aeroporto Verdi non è sviluppo sostenibile 

Legambiente: prevalgono interessi economici sull’ambiente 

Legambiente esprime stupore e delusione per l’approvazione della VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale) riguardo l’ampliamento della pista dell’aeroporto Verdi a Parma, firmata dal ministro della Transizione Ecologica di concerto col ministro dei Beni Culturali. 

Le tante prescrizioni emesse, a cui è subordinata la validità di VIA, fanno ben percepire come sia stato privilegiato esclusivamente l’interesse economico a discapito della tutela ambientale, della salute e sicurezza delle persone. In tal senso, secondo Legambiente, parlare di “sviluppo sostenibile” è pura ipocrisia. 

L’approvazione della VIA, alla luce di tante mancanze riscontrate, nel procedimento e nello stato di fatto e alla necessità di una reale (e urgente) transizione ecologica, è una contraddizione. 

Per noi poco cambia sulla sostanza del progetto e proprio le prescrizioni danno ragione ai nostri rilievi. Legambiente, con altre associazioni e cittadini, si è espressa negativamente sia nel valutare il progetto nel suo insieme sia su aspetti puntuali, a partire dal pesante impatto che i voli cargo avrebbero sulle aree limitrofe (principalmente Baganzola) e in generale nell’area padana, andando ad aumentare i già alti livelli di inquinamento di fondo e le emissioni climalteranti. Nella procedura di VIA entrambi questi aspetti ci apparivano decisamente sottostimati. 

Legambiente si riserva di approfondire il documento autorizzativo di VIA per esprimere ulteriori valutazioni ed eventuali azioni da compiere. 

La rievoluzione non si ferma – l’ecoconsiglio della settimana: il parco Virunga e i suoi gorilla di montagna

Quella del Parco nazionale del Virunga, in Africa, al confine tra Ruanda, Uganda e Repubblica Democratica del Congo, è l’unica regione al mondo dove è ancora possibile trovare i maestosi gorilla di montagna. Ne sono rimasti meno di 800 esemplari, la cui conservazione è fortemente minacciata.

Il titolo del film che vi consigliamo questa settimana prende il nome dal parco stesso: “Virunga”.

La pellicola, diretta e prodotta da Orlando von Einsiedel e disponibile su Netflix, racconta la vera storia dell’ultima comunità di gorilla di montagna messa a dura prova dal bracconaggio, dalle guerriglie interne del paese, e da una potente minaccia esterna: la Soco International.

Nel 2010 infatti la società britannica Soco decide di intraprendere la ricerca di petrolio nel lago Edoardo, proprio all’interno del parco Virunga. L’azione, totalmente illegale in quanto è vietata l’esplorazione petrolifera all’interno di parchi nazionali, viene supportata dallo stesso governo del Congo che, desideroso di ottenere i consistenti guadagni promessi dalla società, decide comunque di autorizzare il progetto.

Questo comporterà un grave danno per la popolazione di gorilla che, oltre a vedersi distrutto il proprio habitat, dovrà sopportare una crescente attività di bracconaggio.

Il Parco Virunga è stato reso riserva naturale (nominato anche patrimonio dell’umanità dall’UNESCO) proprio perché è rimasto l’unico luogo sulla terra ad ospitare i gorilla di montagna. Se tutti gli esemplari venissero sterminati, il parco perderebbe il suo status di area protetta, e la Soco International e altre società sarebbero libere di sfruttare l’area a proprio piacimento.

In una vicenda in cui tutti gli uomini sembrano facilmente corruttibili, interessati al profitto più che alla sopravvivenza dell’area naturale, appaiono per fortuna i protagonisti di questa lotta per la conservazione: il custode di gorilla André Bauma, il capo guardaparco Rodrigue Mugaruka Katembo, il capo guardiano Emmanuel de Merode e la giornalista francese Mélanie Gouby, che faranno il possibile per proteggere la loro amata terra.

Nel 2013 (un anno prima della pubblicazione del film) il WWF denuncia la Soco international per violazione delle disposizioni in merito ai diritti ambientali e umani dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo (OCSE). Alla fine dell’anno successivo, anche grazie a questo film che ha mosso l’opinione pubblica portando alla luce la vicenda, il WWF vince la sua battaglia: la Soco annuncia che porrà fine alle operazioni di trivellazione.

Sempre più spesso si sente parlare di animali fortemente minacciati dal bracconaggio. Immediatamente si associano queste parole ad animali esotici, come il gorilla di montagna, la tigre o il rinoceronte e gli elefanti, privati di corni e zanne.  In realtà è importante ricordare che le specie in pericolo di estinzione e minacciate dalla caccia di frodo sono tantissime in tutto il mondo, Italia compresa. L’orso marsicano, ad esempio, entra spesso in conflitto con le comunità dei luoghi che frequenta e per questo continua ad essere vittima di fucilate, lacci e veleni. L’aquila del Bonelli, particolarmente desiderata dai falconieri, viene derubata dalle sue uova, le quali vengono vendute per migliaia di euro.

Giancarlo Ferron, guardiacaccia delle montagne vicentine, racconta all’interno del suo libro “Ho visto piangere gli animali” la realtà del bracconaggio italiano. La sua testimonianza ci fa comprendere quanto sia vicina, attuale e crudele la caccia di frodo.

Faccio il guardiacaccia e per troppe volte ho guardato negli occhi un animale che moriva e ho avuto l’impressione che stesse piangendo, forse ero io che stavo male; ma in quello sguardo liquido ho visto riflettersi, come in uno specchio, l’animale che c’è dentro di me…

 

Articolo di Federica Giancecchi per Legambiente Parma

La rievoluzione non si ferma – l’ecoconsiglio della settimana: Stefano Mancuso e l’intelligenza delle piante

Stefano Mancuso è un nome che gli appassionati di biologia conoscono bene: inserito da Repubblica nella lista degli italiani più influenti al mondo, professore presso la facoltà di agraria dell’università di Firenze e direttore del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale (LINV). Botanico di fama internazionale, Mancuso ha dedicato i suoi studi e la sua attività di divulgazione ad alcuni degli esseri più intelligenti del nostro Pianeta: le piante. Le piante? Ebbene sì! I lavori di questo brillante scienziato vi mostreranno come questi organismi, così spesso sottovalutati e considerati al limite tra i viventi e i non viventi (pensate a tante nostre espressioni come “stato vegetativo”, o “essere un vegetale”) abbiano capacità sorprendenti. Il libro che vi consigliamo oggi è Verde brillante: sensibilità e intelligenza del mondo vegetale. Breve, coinvolgente e di facile lettura; realizzato a 4 mani con la giornalista scientifica Alessandra Viola e vincitore di numerosi premi, è un ottimo primo approccio al mondo dell’intelligenza vegetale. Si parte con una carrellata di spunti storici, religiosi e filosofici che ci mostrano come, per secoli, le piante siano state considerate “eterne seconde” rispetto agli animali e come questo si sia riflettuto nella ricerca scientifica.

Nella nostra visione antropocentrica, la Terra è dominata dall’uomo. E allora com’è possibile che più del 99% della biomassa terrestre sia costituita da vegetali? La vita media di una specie si aggira intorno ai 5 milioni di anni. Noi umani ne abbiamo appena 400.000, le piante sopravvivono da 450 milioni di anni. Difficile credere che una simile diffusione nel tempo e nello spazio non nasconda una qualche strategia intelligente. Mancuso rivendica a gran voce l’intelligenza dei vegetali, e ce la spiega in termini semplici ma spesso sorprendenti. Guidati dalle sue parole scopriamo così che le piante sono in grado di comunicare tra loro, aiutarsi, proteggersi da organismi dannosi, sfruttare gli animali a proprio vantaggio, muoversi e risolvere problemi. Attraverso i suoi esperimenti al LINV Mancuso ci mostra come alcune specie vegetali siano in grado di muoversi fino a raggiungere un supporto a cui ancorarsi o come le radici riescano a risolvere veri e propri labirinti per arrivare alle sostanze nutritive senza mai sbagliare un colpo, facendo impallidire i risultati dei topolini da laboratorio o di altri animali. E sapevate che le piante hanno molti più sensi di noi? Gli apici radicali, in particolare, sono come milioni di elaborate e sensibilissime terminazioni nervose in grado di riconoscere un enorme quantità di stimoli: gravità, temperatura, umidità, campo elettrico, pressione, gradienti chimici, sostanze tossiche, vibrazioni.

 

Le piante secondo Stefano Mancuso - Eventi, incontri e manifestazioni a Milano - Vivimilano

 

Le piante hanno seguito un percorso evolutivo molto diverso dal nostro; non presentano un cervello e un sistema nervoso centrale, ma questo non le rende prive di intelligenza. Mentre gli animali hanno sviluppato una struttura centralizzata e gerarchica, i vegetali prediligono un a struttura modulare e diffusa. Questo permette loro di sopravvivere anche perdendo buona parte del loro corpo ad opera, ad esempio, di predazione da animali erbivori. Un bel vantaggio per individui radicati al suolo che non possono darsi alla fuga! Ma spesso sono proprio le piante ad avere la meglio sugli animali. Pensate alle raffinate strategie per attirare gli insetti impollinatori: fiori, colori, profumi. Spesso si tratta di una relazione simbiotica che apporta reciproco vantaggio, ma ci sono anche casi di piante che “ingannano” gli insetti, e ci riescono molto bene! Alcune specie di orchidee, ad esempio, sono campionesse di mimesi. Assomigliano talmente tanto alle femmine di alcuni imenotteri, persino nell’odore, che questi tentano di accoppiarsi con il fiore e, nel farlo, si cospargono di polline. E che dire poi delle piante carnivore?

Strategie evolutive differenti, organizzazione strutturale diversa, ma che non abbiamo ragione di considerare inferiori a quelle degli animali. In un altro volume, Plant revolution, Mancuso approfondisce le caratteristiche uniche degli organismi vegetali e ci mostra come le strategie da loro messe in atto possano tornarci utili come spunti per innovativi sviluppi tecnologici. E se ancora non siete convinti vi basti pensare che, senza le piante, senza l’ossigeno che hanno rilasciato in atmosfera per milioni di anni e la materia organica che fissano tramite la fotosintesi dando il via alla catena alimentare, la vita animale non potrebbe esistere. Il documentario della BBC Terra, il potere delle piante spiega bene l’evoluzione del nostro pianeta dal punto di vista dei vegetali e come la loro presenza abbia reso possibile il proliferare d altre forme di vita.

L’intelligenza umana, con il cervello più complesso mai apparso sulla Terra, è un esperimento della selezione naturale, uno dei tanti. Si rivelerà la via più vantaggiosa? è presto per dirlo… ricordiamo che siamo qui da soli 400 mila anni, mentre le piante proliferano silenziose da ben 450 milioni. Saremo in grado di fare altrettanto?

 

Articolo di Marta Lauro per Legambiente Parma

Comunicato stampa Idee e tecniche per prendersi cura del verde a Parma: dal webinar di Legambiente le proposte innovative per alberi e parchi

Parma, 4 dicembre 2020

Comunicato stampa

Idee e tecniche per prendersi cura del verde a Parma

Dal webinar di Legambiente le proposte innovative per alberi e parchi

Si è rivelato ricco di idee e proposte il webinar “Prendersi cura del verde a Parma” organizzato da Legambiente, seguito da un ampio pubblico. Sono state mostrate le nuove tecniche di arboricoltura per potature intelligenti degli alberi, mostrato lo sviluppo di un’area verde secondo la concezione della natura spontanea, presentato un progetto di bosco partecipato, senza dimenticare la battaglia a tutela di un parco di pregio come la Cittadella.

Il video del webinar è visibile sulla pagina facebook di Legambiente Parma.

Sulla gestione degli alberi e del verde urbano è tempo di una svolta. Il verde urbano va pensato come una rete ecosistemica ha detto Marta Mancuso, presidente di Legambiente Parma. Se si cementifica/danneggia una porzione di verde è come fare un buco nella rete, e la rete comincia a perdere funzionalità. Le compensazioni realizzate da un’altra parte rispetto al verde eliminato in una zona, lasciano comunque un buco che compromette la resilienza.

Numerosissimi gli esempi puntuali portati dall’agronoma Elisa Marmiroli di capitozzature assurde eseguite dal Comune di Parma che lungi dal mettere in salvaguardia gli alberi ne provocano invece sofferenza e maggiore instabilità: via Varese, parco ex-Eridania, parco Ferrari Primo Maggio. E con un ragionamento specifico su viale della Villetta dove a fronte del taglio di tutti i pioppi esistenti sono stati ripiantumati, senza sostituire il terreno, la stessa tipologia di pioppo bianco alternata a querce. Dopo un anno notiamo che tutte le querce sono seccate. Un esempio di pessima progettazione e assenza di manutenzione di un viale alberato.

Sul valore paesaggistico e monumentale del parco cresciuto dentro ad una struttura architettonica rinascimentale, come la Cittadella, si è soffermata Anna Kauber, rappresentante del Comitato Cittadella Futura, che ha riportato tutte le storture del restyling progettato dal Comune di Parma che vuole renderlo uno spazio mercatale e di eventi, con l’allargamento dei vialetti a scapito del verde, con la posa di una soletta di 12 cm di calcestruzzo, e la impermeabilizzazione di alcuni prati.

L’esempio di come si può creare un angolo di biodiversità in città è stato mostrato da Francesca Riolo dell’associazione Fruttorti che ha dato vita alla Picasso Food Forest, in un terreno pubblico, alla periferia est di Parma, seminando e piantando essenze da frutto, incrementate ogni anno con l’effetto di richiamare una variegatissima presenza di  fauna, dagli insetti agli uccelli, alcuni mai visti in contesti urbani. La differenza la fa realizzare un verde ai nostri occhi disordinato, ma ricco di diversità da un verde ordinato che spesso si riduce ad essere un pratino desertificato e bisognoso di continue cure dispendiose. La nuova frontiera, per le città, è realizzare dei laghetti in aree verdi.

Infine Maria Paola Chiesi, presidente del Consorzio KmVerde Parma, ha presentato le finalità del Consorzio e il progetto di un bosco urbano partecipato, che si differenzia da altri progetti di piantumazione perché prevede il coinvolgimento delle persone, che donando 25 euro per un albero, contribuiscono alla realizzazione di un bosco di 600 piante che sarà realizzato la prossima primavera, con particolare attenzione a farne un’area di biodiversità. Ogni albero sarà contrassegnato con la targhetta del donatore.