APERTE LE ISCRIZIONI AL CENTRO ESTIVO 2021!!

Anche quest’anno torna l’appuntamento con il centro estivo di Legambiente al Podere Bizzozero, che sarà culla della nostra estate!!! Si potranno vivere giornate ricche di esperienze tra arte, gioco e natura.

Il centro estivo organizzato dall’associazione Legambiente Parma si svolgerà presso il Parco Bizzozero, dal 14 giugno al 30 luglio rivolto ai bambini di età dai 4 (che compiono 5 anni nel 2021) ai 13 anni.

I turni sono settimanali, dal lunedì al venerdì. L’orario base è dalle 8.00 alle 16.30.

 

Tariffe di singolo turno:
Giornata base: 130 €
*riduzione fratelli e per più settimane: – 10 €

Per iscriversi è necessario compilare il seguente form https://docs.google.com/forms/d/169ZGLGsO189wZOdd2y_uvTC5YfCXDm59zIcuyWmRYAQ/edit

Una volta ricevuta conferma della disponibilità per la/e settimana/e di interesse, si dovrà provvedere a versare un acconto di 20 euro (tramite bonifico all‘Iban: IT96A0623012701000004872995 o in contanti presso la nostra sede, previo appuntamento).

Ricordiamo inoltre che, entro il giovedì precedente la data di inizio del turno prescelto, è necessario:
– effettuare il saldo
– compilare e inviare la scheda sanitaria per minori –>  scheda sanitaria minore
– compilare e inviare il patto di responsabilità reciproca –> patto di corresponsabilità
– effettuare tesseramento annuale socio Junior (costo 10€) tramite bonifico o presso la nostra sede in orario di ufficio.
– inviare copia dei documenti d’identità dei genitori o eventuali accompagnatori delegati in PDF
In caso di mancata partecipazione la caparra non sarà restituita.

Per garantire la qualità della proposta, il centro estivo prevedere un numero di partecipanti di massimo 36 bambini suddivisi in gruppi in base all’età.

 

PROGRAMMA SETTIMANALE:

TURNO 1 (14-18 Giugno) : L’AMBIENTE IN CUI VIVIAMO: CONOSCERLO E RISPETTARLO

TURNO 2 (21-25 Giugno): ALLA SCOPERTA DELLA MIA CITTÀ

TURNO 3 (28 Giugno-2 Luglio): LE GRANDI ESPLORAZIONI

TURNO 4 (5 – 9 Luglio): IL TEATRO: ESPLORATORI DI EMOZIONI

TURNO 5 (12-16 Luglio): ALLA SCOPERTA DEL CIBO

TURNO 6 (19-23 Luglio): VIAGGIO NEL BELLO

TURNO 7 (26-30 Luglio): SPAZIO ULTIMA FRONTIERA: ESPLORATORI FANTASTICI!

(Il programma potrebbe subire variazioni).

Per le settimane complete è comunque possibile mandare l’iscrizione ed essere messi in lista d’attesa. Sarà nostra premura ricontattarvi in caso si liberassero dei posti.

L’iscrizione verrà considerata completa dopo pagamento intero della quota e la consegna dei seguenti documenti compilati e firmati.

La rievoluzione non si ferma – l’importanza del suolo

Dai telegiornali ai social, dalle conferenze internazionali al movimento giovanile inaugurato da Greta Thunberg: la crisi climatica è ormai sulla bocca di tutti. Le temperature sono in aumento quasi ovunque a causa delle emissioni antropiche di gas serra, e le conseguenze di questo squilibrio si fanno sempre più gravi e complesse. Ma in questa battaglia alle emissioni abbiamo degli alleati silenziosi. Quello del carbonio è infatti un ciclo naturale, proprio come quello dell’acqua. Ci sono fonti di emissione che liberano anidride carbonica (CO2 ) in atmosfera ma ci sono anche serbatoi che assorbono e trattengono la CO2, trasformandola in altre forme di carbonio non volatili. Un classico esempio, il più famoso, è quello degli organismi fotosintetici (come piante e alghe) che, assorbendo anidride carbonica dall’aria, la trasformano in zuccheri tramite la fotosintesi e producono ossigeno come scarto. Ma la vegetazione non è l’unico bacino naturale di carbonio, né il più importante: la maggior parte della CO2 è assorbita infatti dagli oceani e dal suolo. Si stima che suolo e vegetazione insieme possano assorbire fino al 30% delle emissioni antropiche annuali. Tantissimi sono i servizi ecosistemici offerti dal suolo: dalla mitigazione climatica alla produzione alimentare, dalla regolazione del deflusso idrico a quella del del ciclo dei nutrienti. Senza contare che costituisce l’habitat di una vastissima fetta di biodiversità.

Ma come se la passano i nostri suoli? I ritmi di perdita di questa importante risorsa sono serratissimi. Per consumo di suolo si intende la sua impermeabilizzazione a causa di coperture artificiali che portano alla perdita, nella maggior parte dei casi irreversibile, delle sue funzioni. Secondo i dati dell’ARPA nel 2018 in Italia sono stati consumati 57,5 km2, ovvero circa 21 campi da calcio al giorno, 2 metri quadrati di suolo perso ogni secondo. Le pianure del nord, l’area di Roma e le fasce costiere sono le aree più colpite. Il fenomeno inoltre è più concentrato nelle aree rurali rispetto a quelle urbane, con conseguente continua perdita di suolo agricolo e sviluppo frammentario e disperso delle città che si insinuano in maniera spesso disorganizzata nelle campagne, un fenomeno definito sprawl urbano o dispersione urbana. In Emilia-Romagna i tassi di consumo di suolo sono piuttosto elevati, con una percentuale di suolo urbanizzato (8,9%) superiore alla media nazionale (7,1%). Il comune di Parma, con il 21% di suolo urbanizzato, condivide con Piacenza il primato regionale per consumo di suolo. Il paradosso dell’espansione incontrollata del cemento nei terreni fertili della rinomata food valley è stato evidenziato da Nicola Dall’Olio nel suo cortometraggio Il suolo minacciato, giunto ai 10 anni di produzione e disponibile su youtube (clicca qui). La rapida e continua perdita di suolo fertile è un problema sempre più grave, tanto che l’Unione Europea ha posto l’obiettivo, ambizioso ma necessario, di azzerare il consumo netto entro il 2050.

L’importanza del suolo è stata sottolineata recentemente anche dall’uscita di due documentari, a un paio di anni di distanza l’uno dall’altro: la fattoria dei nostri sogni (2018) e kiss the ground (2020). Kiss the ground, seppur non affrontando direttamente tutte le problematiche del caso (non viene ad esempio esplorata la questione di deforestazione e desertificazione legate alla creazione di pascoli),ci invita a ripensare in maniera intelligente l’uso e la gestione del suolo, riconoscendolo come fondamentale alleato nella lotta ai cambiamenti climatici. Se è vero che urbanizzazione e cementificazione stanno riducendo drasticamente la quantità di suolo naturale disponibile, è altrettanto vero che la maggior parte di questo è impiegato come suolo agricolo. L’agricoltura occupa, a livello mondiale, il 50% delle terre emerse. E più del 70% di questi terreni è utilizzato per il pascolo o la produzione di mangime per il bestiame. La filiera della produzione alimentare ha un grande impatto sull’ambiente ed è responsabile di un quarto delle emissioni antropiche globali. Ma il modo in cui trattiamo il suolo può fare la differenza. Il documentario ci ricorda infatti come le diverse pratiche agricole abbiano effetti diversi sulla capacità del suolo di trattenere materia organica, stoccare carbonio e sequestrarlo dall’atmosfera. Questo grazie alla ricca e intricatissima biosfera presente al suo interno: un potente ed intricato consorzio di radici, batteri, funghi e invertebrati che, se preservato, lavora incessantemente per completare il ciclo dei nutrienti e renderli disponibili per la copertura vegetale, mantenendo il suolo fertile e in salute. L’agricoltura intensiva con le sue monocolture, i terreni lasciati nudi per diversi mesi l’anno, l’uso eccessivo di pesticidi, fertilizzanti ed erbicidi e l’aratura profonda, disturba l’equilibrio biochimico del terreno e impoverisce il suo prezioso consorzio di organismi laboriosi, facilitando la dispersione del carbonio in esso accumulato e riducendone progressivamente la fertilità.

Proprio da un suolo ormai più simile ad un deserto sterile, nei pressi di Los Angeles, parte l’avventura di La fattoria dei nostri sogni che ci racconta, seguendo la storia vera di una famiglia ripresa quasi in tempo reale, la difficile ma praticabile via dell’agricoltura rigenerativa, basata sull’incremento della biodiversità e sul rispetto dei tempi e degli equilibri della natura. Introducendo decine di specie vegetali e animali diverse, osservando e cercando di comprendere le loro sempre più numerose e complesse interazioni alla ricerca di un delicatissimo equilibrio naturale che garantisca la stabilità dell’ecosistema, nel giro di 8 anni quegli ettari di terreno arido si trasformano in un modello di fattoria biologica e biodinamica rigogliosa, che attrae visitatori da ogni parte del mondo.

Una voce di speranza, un’alternativa possibile e praticabile, per non sottovalutare il grande potenziale sotto ai nostri piedi.

 

Articolo di Marta Lauro per Legambiente Parma

 

Comunicato Stampa Potature al parco Ducale: il parco non è solo una vetrina inerte ma un sistema vivo

 

Parma, 15 maggio  2021 Comunicato stampa

Da lunedì 17 partiranno dei lavori di manutenzione straordinaria delle alberature del parco Ducale che anticipano quelle più invasive previste per il 24 maggio, quando il Giardino verrà chiuso proprio nel periodo di massima godibilità e fruibilità.

A solo pochi giorni dal trionfale annuncio del nuovo Piano del Verde comunale, che dovrebbe garantire una seria programmazione delle manutenzioni, la città si ritrova ad assistere all’ennesimo intervento insensato: un conto è la rimonda del secco e qualche potatura puntuale, un altro è compiere “potature diffuse e consistenti”, parole del comunicato stampa dell’Amministrazione.

Intervenire sulle piante in questa fase dell’anno è semplicemente sbagliato, ed in teoria vietato dallo stesso Regolamento del Verde del Comune di Parma (Art. 11 comma 2 e Art. 28 comma 10) dove si legge: ” le potature devono essere eseguite durante il periodo del riposo vegetativo o in piena estate, evitando sempre il periodo di emissione della vegetazione e il periodo di caduta delle foglie”.

 

Ricordiamo  che il parco non è semplicemente un sistema inerte dove sostare occasionalmente, ma si tratta di un sistema vivo che proprio in questo periodo ospita un’importante varietà di specie nidificanti: uccelli, insetti, pipistrelli, piccoli mammiferi. Dunque oltre ai risaputi rischi oggettivi di una potatura “a verde” di grandi alberature storiche, si rischiano conseguenze sull’equilibrio dell’intero ecosistema del Giardino Ducale.

La normativa sulle aree protette vieta, nel periodo tra marzo e agosto,  interventi di sfalcio e potatura. Per gli stessi motivi e in relazione alla loro vitale importanza nei contesti urbani, chiediamo vengano garantite agli hot spot di biodiversità della città le stesse attenzioni nella manutenzione e nella cura di tutto l’apparato vivente.

 

Le domande che ci poniamo sono: per quali motivi si effettuano potature radicali delle piante in un periodo così delicato del loro ciclo vitale? Quali urgenze e quali valutazioni tecniche spingono in questa direzione? Quali sono questi “motivi di sicurezza”? Quali alberi coinvolgerà l’intervento? Potremmo forse ritrovare i maestosi alberi centenari del Parco Ducale orrendamente capitozzati, come siamo ormai purtroppo abituati a vedere nella sciagurata “gestione” arborea della città? 

 

Crediamo sia estremamente necessaria una pianificazione più sensata della gestione del verde cittadino che tenga sicuramente conto della sicurezza delle persone, ma che riconosca, curi e rispetti anche il valore intrinseco di una dotazione arborea sana, funzionale e bella. 

Sarebbe inoltre auspicabile condividere in anticipo il calendario delle potature dei parchi storici cittadini con le essenze e le ragioni che richiedono potatura.

“Clima: il rischio idraulico nel parmense”, l’ultimo evento della campagna sui cambiamenti climatici in Emilia-Romagna

Mercoledì 5 maggio, ore 17:00

In diretta streaming sulle pagine Facebook e YouTube di Legambiente Emilia-Romagna

Si svolgerà l’evento Clima: il rischio idraulico nel parmense, l’ultimo appuntamento della campagna di sensibilizzazione promossa da Legambiente Emilia-Romagna “Il Clima ci riguarda”, pensata per accrescere la conoscenza dei rischi che il nostro territorio subisce con l’aggravarsi degli effetti dei cambiamenti climatici.

 

Dopo l’evento di lancio tenutosi lo scorso ottobre, cui è seguita la pubblicazione del dossier che vede i contributi di diversi esperti, la campagna si è sviluppata con alcuni approfondimenti territoriali che hanno riguardato la costa prima e la pianura modenese poi. Clicca sull’immagine qui a fianco per leggere il dossier

 

Questo ultimo appuntamento, invece, sarà l’occasione per fare un focus sul rischio idrogeologico nel territorio parmense.

Per partecipare è necessario iscriversi a questo link👉https://forms.gle/nFFpKXCD6aERv2TJA


Il pomeriggio vedrà la partecipazione di:

Paola Fagioli, Direttore di Legambiente Emilia-Romagna;

Andrea Colombo dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po;

Stefano Castagnetti, esperto di Protezione Civile;

Roberto Zanzucchi, tecnico esperto del reticolo idraulico parmense;

Marjorie Breyton, responsabile del progetto LIFE Derris (Unipol).

Modera l’incontro Alessandra Terzi del Circolo Legambiente Parma.

Saranno attribuiti 2 CFP a tutti gli architetti della Provincia di Parma che si iscrivono attraverso il portale iM@teria.

Per approfondimenti sulla campagna #ilclimaciriguarda segui il seguente link: