Il Comune di Parma dà ragione a Legambiente nel merito tecnico sulle Osservazioni all’aeroporto
Il Comune di Parma dà ragione a Legambiente ed è già una notizia. Stiamo parlando delle Osservazioni alla VIA per l’ampliamento dell’aeroporto, da ieri liberamente consultabili sul sito del Ministero dell’Ambiente.
In molti punti i rilievi avanzati dai tecnici del Comune coincidono con quelli evidenziati da Legambiente. Questo significa preliminarmente due cose: la prima è che il lavoro svolto da Legambiente, WWF, ADA, cittadini di Baganzola ed esperti, è stato di alto livello. La seconda è che tale analisi e deduzioni sono oggettive, scientifiche e non pretestuose.
Sul piano tecnico riportiamo in fondo alla nota i punti di contatto tra Comune e Legambiente, ma sottolineiamo subito un aspetto importante che non era nelle nostre Osservazioni, ossia l’appunto della Protezione Civile che richiama la necessità di predisporre un piano di evacuazione per 12 mila abitanti. Già solo il dirlo fa venire i brividi. Ricordiamo, anche, che ci sono tre scuole, che ricadrebbero nella fascia B di tutela del rischio aeroportuale.
Sul piano politico, invece, le valutazioni sono più articolate e, una tantum, ci permettiamo di farle.
Innanzitutto è lampante che se gli Uffici del Comune sono in linea con Legambiente, significa che la nostra associazione non attacca pregiudizialmente questo Sindaco e questa Amministrazione Comunale ma fa il suo dovere di difesa dell’ambiente e della salute e della sicurezza dei cittadini. Chi latita, su questo punto, è dunque chi amministra il Comune e che persegue un’altra linea politica più vicina ad interessi particolari e ad un’idea di sviluppo superata, piuttosto che alla tanto sbandierata sostenibilità e conversione ecologica.
È la seconda volta che Legambiente ottiene ragione nel merito. Adesso le Osservazioni del Comune all’ampliamento dell’aeroporto. Prima dalla Procura della Repubblica e dal Tribunale del Riesame sui permessi a costruire del mall – mega centro commerciale definiti “macroscopicamente illegittimi”.
Noi siamo qui, disponibili come sempre a confrontarci e sostenere i progetti realmente sostenibili. Anche sulle infrastrutture, come dimostrato nel convegno dello scorso 19 novembre, dove incassammo anche i complimenti della presidente dell’Unione Parmense Industriali, Annalisa Sassi.
Lo stesso ragionamento si propone nei confronti della Regione Emilia-Romagna e del suo presidente che offre entusiastico supporto a prescindere dalle criticità riscontrate nella VIA, come ha ben evidenziato Legambiente Emilia-Romagna recentemente.
In apparenza tutte le forze politiche sono a favore dell’allungamento della pista aeroportuale e del Mall, senza preoccuparsi dei costi e dell’impatto ambientale che invece – come evidenziano non solo le Osservazioni di Comune e Legambiente ma anche quelle di Arpae e Consorzio di Bonifica – sarà molto pesante e e tale da rendere a nostro avviso quantomeno dubbio il rilascio del parere positivo sulla VIA.
Però, dicevamo, abbiamo percepito da pareri e silenzi, che Italia in Comune-Effetto Parma è a favore senza se e ma, così come il PD (vedi il presidente della Regione) e la Lega. Il M5S è non pervenuto. I Verdi, i nuovi alleati del sindaco, chissà … gli unici ad avere perplessità sono i consiglieri civici di minoranza e Potere al Popolo.
Invece molti cittadini sono preoccupati e non trovano rappresentanza.
Noi crediamo che sia ora di cominciare ad aprire un dibattito franco e libero in città sul destino dell’aeroporto e dell’area nord-ovest, dove i cittadini sembrano abbandonati a loro stessi. Ci vuole più coraggio, da parte della politica, della classe imprenditoriale e dell’informazione.
Noi siamo qui, non facciamo campagna elettorale, e quindi siamo aperti al confronto e al colloquio con chi è maggioranza e amministra e chi fa opposizione. Certo continueremo a difendere l’ambiente e mettere in evidenza le contraddizioni di chi fa Green washing.
Analisi tecnica delle Osservazioni alla VIA del Comune di Parma
e relativi punti di incontro con le osservazioni presentate da Legambiente
Ufficio Ambiente
– “Lo Studio di Impatto Ambientale non è completo di tutti gli approfondimenti necessari per un tale intervento, specialmente per gli effetti sulle preesistenze esterne alla delimitazione aeroportuale. Infatti non si fa cenno all’interferenza di un elettrodotto che si troverà a fine pista, si danno per irrilevanti gli effetti dovuti all’interruzione di due strade e incremento delle acque di scolo”.
– punto.1 Per il rumore si segnala che «manca un quadro relativo alle attuali pressioni acustiche ai recettori che definisca l’area di superamento dei limiti all’esterno della delimitazione aeroportuale» si segnala che dai gestori «non è mai pervenuto il piano di risanamento acustico […] che avrebbe costituito ora la documentazione dello stato di fatto (stato zero)».
– per l’aria «sono necessari approfondimenti che consentano di verificare lo ‘stato zero’ sul territorio comunale e la rispondenza del progetto alle norme del Piano Aria Integrato Regionale 2020, con particolare riferimento al criterio del ‘saldo zero’, come compensazione di tutte le emissioni di PM10 e NOx emesse nello scenario futuro.» esattamente come diceva Legambiente.
Pianificazione Territoriale
– punto 2. «Il Piano di Sviluppo Aeroportuale è concentrato ad elaborare una progettualità sostanzialmente delimitata dalla recinzione della struttura aeroportuale e poco si occupa del territorio di prossimità e dell’areale di impatto»
– punto 3. sui piani di Rischio «il Piano di Sviluppo Aeroportuale contiene un breve capitolo 8.4 in cui non sembra adeguatamente sviluppata la complessità dell’argomento e due elaborati grafici riportanti le proiezioni geometriche su cartografie prive di contenuto fisico ed urbanistico. Sostanzialmente, i due importanti argomenti per la sicurezza del territorio sono stati enunciati e non elaborati». Tale elaborato «non indaga le implicazioni e le ricadute sul territorio e sulle previsioni di sviluppo dello stesso. Tuttavia, è visibile il nuovo coinvolgimento della frazione di Baganzola posta a nord della pista». Ancora si afferma che «si ritiene quindi fondamentale un approfondimento in merito all’impatto ed alle
implicazioni che il nuovo Piano di Rischio Aeroportuale verrebbe ad avere rispetto al Piano di Protezione Civile ed alle previsioni degli strumenti urbanistici vigenti e adottati in particolare in relazione all’eventuale necessità di delocalizzare strutture sensibili per utenza, carico antropico e/o per motivi di natura fisica (ostacoli)». Chissà quali sono questi ostacoli…
– Punto 5. Si afferma la conformità con le previsioni del PSC, ma la non conformità al POC e al RUE, sia per i nuovi edifici aeroportuali che per la demolizione di edifici di interesse storico in via Parmarotta. Pertanto chiede di «indicare e predisporre gli elaborati tecnici di variante degli strumenti urbanistici interessati dal recepimento della nuova previsione». Si fa poi riferimento a «eventuali opere di mitigazione, compensazione e di diversa infrastrutturazione». Qui l’ufficio pare ipotizzare, correttamente, che le conseguenze sulle infrastrutture e le opere di mitigazione e compensazione dovrebbero essere individuate, a carico degli attuatori, e comprese nel piano economico, come sempre detto da Legambiente. Eppure in conferenza stampa il sindaco promette di rifare la viabilità a carico del Comune.
– Al punto 6, di nuovo incredibilmente, il documento constata che per la Zonizzazione Acustica (ZAC) rileva che gli elaborati del SIA rappresentano unicamente lo stato di fatto e le opere di ampliamento «non risultano conformi» allo strumento comunale. Paradossale la richiesta, poiché anziché imporre comportamenti o prescrizioni al proponente SOGEAP, il Comune fa prescrizioni a sé stesso concludendo che «pertanto si rende indispensabile un adeguamento del ZAC»
– Come sempre sostenuto da Legambiente il settore ambiente del Comune evidenzia «la mancata coerenza degli elaborati depositati con la normativa nazionale e regionale in tema di espropri per pubblica utilità» e pertanto chiede di adeguarsi e «l’assunzione dell’onere di esproprio». Legambiente ha sempre sottolineato che nel piano economico mancano queste cifre.
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