La rievoluzione non si ferma – l’ecoconsiglio della settimana: Stefano Mancuso e l’intelligenza delle piante
Stefano Mancuso è un nome che gli appassionati di biologia conoscono bene: inserito da Repubblica nella lista degli italiani più influenti al mondo, professore presso la facoltà di agraria dell’università di Firenze e direttore del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale (LINV). Botanico di fama internazionale, Mancuso ha dedicato i suoi studi e la sua attività di divulgazione ad alcuni degli esseri più intelligenti del nostro Pianeta: le piante. Le piante? Ebbene sì! I lavori di questo brillante scienziato vi mostreranno come questi organismi, così spesso sottovalutati e considerati al limite tra i viventi e i non viventi (pensate a tante nostre espressioni come “stato vegetativo”, o “essere un vegetale”) abbiano capacità sorprendenti. Il libro che vi consigliamo oggi è Verde brillante: sensibilità e intelligenza del mondo vegetale. Breve, coinvolgente e di facile lettura; realizzato a 4 mani con la giornalista scientifica Alessandra Viola e vincitore di numerosi premi, è un ottimo primo approccio al mondo dell’intelligenza vegetale. Si parte con una carrellata di spunti storici, religiosi e filosofici che ci mostrano come, per secoli, le piante siano state considerate “eterne seconde” rispetto agli animali e come questo si sia riflettuto nella ricerca scientifica.
Nella nostra visione antropocentrica, la Terra è dominata dall’uomo. E allora com’è possibile che più del 99% della biomassa terrestre sia costituita da vegetali? La vita media di una specie si aggira intorno ai 5 milioni di anni. Noi umani ne abbiamo appena 400.000, le piante sopravvivono da 450 milioni di anni. Difficile credere che una simile diffusione nel tempo e nello spazio non nasconda una qualche strategia intelligente. Mancuso rivendica a gran voce l’intelligenza dei vegetali, e ce la spiega in termini semplici ma spesso sorprendenti. Guidati dalle sue parole scopriamo così che le piante sono in grado di comunicare tra loro, aiutarsi, proteggersi da organismi dannosi, sfruttare gli animali a proprio vantaggio, muoversi e risolvere problemi. Attraverso i suoi esperimenti al LINV Mancuso ci mostra come alcune specie vegetali siano in grado di muoversi fino a raggiungere un supporto a cui ancorarsi o come le radici riescano a risolvere veri e propri labirinti per arrivare alle sostanze nutritive senza mai sbagliare un colpo, facendo impallidire i risultati dei topolini da laboratorio o di altri animali. E sapevate che le piante hanno molti più sensi di noi? Gli apici radicali, in particolare, sono come milioni di elaborate e sensibilissime terminazioni nervose in grado di riconoscere un enorme quantità di stimoli: gravità, temperatura, umidità, campo elettrico, pressione, gradienti chimici, sostanze tossiche, vibrazioni.
Le piante hanno seguito un percorso evolutivo molto diverso dal nostro; non presentano un cervello e un sistema nervoso centrale, ma questo non le rende prive di intelligenza. Mentre gli animali hanno sviluppato una struttura centralizzata e gerarchica, i vegetali prediligono un a struttura modulare e diffusa. Questo permette loro di sopravvivere anche perdendo buona parte del loro corpo ad opera, ad esempio, di predazione da animali erbivori. Un bel vantaggio per individui radicati al suolo che non possono darsi alla fuga! Ma spesso sono proprio le piante ad avere la meglio sugli animali. Pensate alle raffinate strategie per attirare gli insetti impollinatori: fiori, colori, profumi. Spesso si tratta di una relazione simbiotica che apporta reciproco vantaggio, ma ci sono anche casi di piante che “ingannano” gli insetti, e ci riescono molto bene! Alcune specie di orchidee, ad esempio, sono campionesse di mimesi. Assomigliano talmente tanto alle femmine di alcuni imenotteri, persino nell’odore, che questi tentano di accoppiarsi con il fiore e, nel farlo, si cospargono di polline. E che dire poi delle piante carnivore?
Strategie evolutive differenti, organizzazione strutturale diversa, ma che non abbiamo ragione di considerare inferiori a quelle degli animali. In un altro volume, Plant revolution, Mancuso approfondisce le caratteristiche uniche degli organismi vegetali e ci mostra come le strategie da loro messe in atto possano tornarci utili come spunti per innovativi sviluppi tecnologici. E se ancora non siete convinti vi basti pensare che, senza le piante, senza l’ossigeno che hanno rilasciato in atmosfera per milioni di anni e la materia organica che fissano tramite la fotosintesi dando il via alla catena alimentare, la vita animale non potrebbe esistere. Il documentario della BBC Terra, il potere delle piante spiega bene l’evoluzione del nostro pianeta dal punto di vista dei vegetali e come la loro presenza abbia reso possibile il proliferare d altre forme di vita.
L’intelligenza umana, con il cervello più complesso mai apparso sulla Terra, è un esperimento della selezione naturale, uno dei tanti. Si rivelerà la via più vantaggiosa? è presto per dirlo… ricordiamo che siamo qui da soli 400 mila anni, mentre le piante proliferano silenziose da ben 450 milioni. Saremo in grado di fare altrettanto?
Articolo di Marta Lauro per Legambiente Parma
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