No all’ecomostro di fronte al Castello di Torrechiara

Comunicato Stampa 31 agosto 2022

NO A ECOMOSTRO DI FRONTE AL CASTELLO di TORRECHIARA NEL PARMENSE

Previsti 20.000 MQ di consumo di suolo nella “cartolina” della food valley dell’Emilia-Romagna

Il Comune esempio lampante di tutti i buchi della legge urbanistica regionale

Legambiente Emilia-Romagna chiede lo stop immediato al progetto di un enorme salumificio di fronte al Castello di Torrechiara, nel parmense, una delle aree più suggestive della regione. Secondo l’associazione si tratta di una proposta scellerata avanzata da parte dell’imprenditore privato, purtroppo fatta propria dall’Amministrazione di Langhirano. Per questo ci si aspetta che la Regione e Provincia dicano un secco no.

Il progetto infatti eroderebbe altri 20.000 metri quadrati di un’area agricola in un territorio già sotto pressione per il consumo di suolo. Soprattutto, il salumificio intaccherebbe davvero un luogo simbolo, non solo per il valore architettonico e paesaggistico del luogo, ma in quanto vera e propria icona della produzione enogastronomica e dell’offerta turistica regionale: il castello ed il suo sfondo sono infatti una costante in tantissime pubblicità del Parmigiano Reggiano e Prosciutto di Parma, nonché in tutti i siti turistici istituzionali, così come nei materiali promozionali del MAB Unesco dell’appennino: certamente uno sfondo strategico per gli interessi dell’azienda privata, ma un danno enorme per l’intera comunità.

Quello che sta avvenendo nel Comune parmense di Langhirano è esemplificativo tutte le falle della legge regionale sull’urbanistica. La proposta di variante urbanistica prosegue infatti con la procedura speditiva riservata agli ampliamenti di aziende del territorio (il famigerato articolo 53). Oggi i cittadini si scandalizzano che una modalità simile venga utilizzata per realizzare di fatto uno stabilimento ex novo a 5 km di distanza da quello esistente.

Purtroppo, si tratta di una scelta consapevole della regione che è già stata applicata regolarmente in tanti comuni. Infatti, al tempo della predisposizione della legge, fu proprio la regione ad ampliare il campo di validità dell’articolo accogliendo le richieste del mondo economico.  Nella bozza del testo del 2016 le deroghe erano permesse solo in “lotto contiguo” all’impresa esistente, mentre la versione finale fu ampliate ad “aree collocate in prossimità delle medesime attività”. Variazioni che Legambiente aveva denunciato -inutilmente – ancora prima dell’approvazione della legge, mettendo in guardia contro la deregolamentazione che ne sarebbe conseguita.

Oltre a questo, non si prende in considerazione il riutilizzo di altre aree già urbanizzate o la riqualificazione di vecchie strutture in disuso. E per l’ennesima volta resta lettera morta il principio enunciato all’articolo 5 della Legge, che prevede che si possa costruire su suolo vergine “Previa valutazione che non sussistano ragionevoli alternative localizzative che non determinino consumo di suolo”. Valutazione sempre inattuata in quanto abitualmente basta che il privato adduca la motivazione di essere proprietario di quella specifica area e che realizzare l’intervento altrove avrebbe costi troppo alti.

Infine, l’intervento di Langhirano evidenzia come non finisca mai la fase transitoria che avrebbe dovuto portare ai nuovi Piani Urbanistici a ridotta espansione: solo pochi comuni hanno concluso l’iter. Gli altri che hanno scelto di non adeguare i piani hanno beneficiato di proroghe e vari strumenti in deroga. E’ il caso del Comune di Langhirano che nella fase transitoria ha presentato almeno 5 varianti al vecchio Piano ed ora vorrebbe continuare a trasformare il territorio grazie alle maglie larghe dell’articolo 53.

Il circolo locale di Legambiente ha già portato il proprio sostegno ai cittadini di Langhirano e richiesto di essere ammesso alla Conferenza dei Servizi.

WWF, Lipu, Legambiente: per i Parchi del Ducato chiediamo un Presidente di alto profilo

Comunicato stampa

Parma, 24 agosto 2022

In questi giorni, senza che la stragrande maggioranza dei cittadini ne sia a conoscenza, si sta compiendo una scelta di grande importanza per il futuro del nostro territorio: l’elezione del nuovo Presidente dell’Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Occidentale, meglio noto come Parchi del Ducato, che gestisce e coordina l’attività delle aree protette delle province di Parma e Piacenza. 

L’evidenza dell’emergenza ambientale e climatica e delle sue drammatiche conseguenze, che stiamo toccando con mano, fanno capire come non si tratti di una questione politico amministrativa da riservare agli addetti ai lavori, ma di un passaggio cruciale per il futuro della nostra collettività. 

L’elezione avviene senza alcun percorso di informazione o condivisione con la cittadinanza. Anche WWF, Lipu e Legambiente e altre associazioni ambientaliste, che della fondazione, promozione e gestione di Parchi e Riserve sono protagoniste da decenni, non sono state minimamente consultate, nemmeno in maniera informale. Ma questo è quanto prevede la legge regionale, e pur ritenendola una modalità di governance assolutamente irricevibile, non possiamo che prenderne atto. 

Quello che invece ci preoccupa è l’assenza di qualunque intento programmatico. Se è comprensibile l’individuazione di un nuovo presidente, dopo i due mandati svolti da Agostino Maggiali cui va il ringraziamento delle associazioni per l’operato svolto, il timore è che il passaggio non sia foriero di miglioramenti. Ad esempio chiediamo con forza che nel mandato del nuovo presidente vi sia , finalmente, dopo dieci anni, l’istituzione della Consulta dei Parchi, “rappresentativa delle categorie economiche, sociali, culturali e delle associazioni ambientaliste” come recita la legge. Un altro punto ineludibile è il rispetto dell’indicazione regionale di destinare almeno il 10% delle risorse alla “conservazione della natura”, ossia alla valorizzazione della biodiversità.

L’ente Parchi ha un ruolo fondamentale in un territorio come il nostro, ricco di aree protette e toccato da ben due riserve MAB Unesco (Appennino e Po Grande). La sua guida dovrebbe essere affidata a una persona di indiscussa competenza ed esperienza nella tutela ambientale, libera da qualunque conflitto di interessi e da attività, ad esempio in ambito venatorio, che riteniamo incompatibili con la guida di un Ente Parchi. La modalità con cui l’elezione si svolge, e alcune voci che trapelano dal palazzo, fanno invece temere che ci si stia concentrando sull’appartenenza o meno a questa o quella cordata di potere. Per questo, come WWF, Lipu e Legambiente, chiediamo al Comitato Esecutivo, nel quale sono rappresentate le Comunità del nostro territorio, di fare una riflessione profonda, e di individuare una persona che abbia un profilo adeguato a guidare i Parchi dell’Emilia Occidentale attraverso le tante sfide che il futuro ci riserva.

WWF Parma – Legambiente Parma – Lipu Parma

 

Educazione ambientale e divertimento: l’estate con il centro estivo e il campo di volontariato

L’estate appena conclusa è stata ornata di tantissime attività educative, ludiche e sociali che hanno coinvolto 135 bambini  e ragazzi/e trai 4 e i 12 anni.

Sono state 8 settimane dove sono state affrontate numerose tematiche a partire dall’acqua e la sua importanza per la vita, al clima e le azioni necessarie per affrontare l’emergenza, passando per la città e l’importanza di un ecosistema urbano sano, arrivando poi al lavoro, tra tradizione e sostenibilità. Sono state affrontate le problematiche sulla tutela del suolo e della biodiversità, passando per il problema dell’inquinamento. Il tutto si è concluso con un viaggio lungo la catena alimentare e l’importanza di conoscere il cibo, la sua origine e la sua produzione.

Di seguito i diari di bordo delle settimane del Centro Estivo 2022:

Prima settimana_L’ACQUA: l’oro trasparente

Seconda settimana_IL CLIMA: siamo noi il cambiamento

Terza settimana_LA CITTÀ: ecosistema urbano

quarta settimana_ IL LAVORO: tradizione e sostenibilità

quinta settimana_TERRA MADRE: la tutela del suolo

sesta settimana_LA PLASTICA E L’INQUINAMENTO: l’eredità del futuro

settima settimana_LA BIODIVERSITÀ E GLI ECOSISTEMI

ottava settimana_LA CATENA ALIMENTARE

Un altro importantissimo progetto che ha colorato l’estate del Parco Bizzozero è stato il Campo di volontariato 2022, che ha visto il coinvolgimento di 14 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 18 anni.

La settimana si è aperta all’insegna della conoscenza, conoscenza tra formatori e partecipanti e conoscenza dello spazio ospite, il Parco Bizzozero. La settimana ha poi proseguito alla scoperta degli ecosistemi, della loro complessità e salute, affrontando il tema della biodiversità e di come ogni cosa sia collegata, percorso che ci ha portato presso il giardino dell’Orto Botanico di Parma con la sua storia e le diverse funzioni che nel tempo ha assunto.

Molto importanti ed interessanti i due giorni dedicati al monitoraggio di acquae suolo, dove sono stati misurati i valori di nitrati e fosfati in diversi campioni d’acqua (tra cui quella del Torrente Parma) e misurate temperatura e pH del suolo verificandone la variabilità a differenza del tipo di area e vegetazione presente!

 

 

                                                                    

Molto costruttivo e divertente il diretto contatto con la campagna e la sperimentazione della cucina di casa a partire dal campo fino tavola grazie alla disponibilità della mitica Mimma che ci ha arricchito con tanti racconti sugli importanti cambiamenti che la campagna ha subito e continua a subire.

 

 

 

La settimana si è conclusa con uno scambio finale tra  i volontari, educatori e partecipanti al progetto e con un sentito “A presto!” 

Ringraziamo di cuore tutti/e volontari/e ed educatrici/educatori che hanno lavorato per realizzare ancora una volta un’esperienza divertente, formativa e davvero arricchente!

Al prossimo anno con nuove avventure!